Una riflessione ed un appello
Il presidio antirazzista di mercoledì 26 settembre sul ponte Resia a Bolzano è stato solamente una risposta minima, ma doverosa, alla farsa organizzata dai fascisti di CasaPound, i quali protestavano contro l’apertura di un centro per l’emergenza freddo, destinato ad ospitare coloro che durante l’inverno non hanno un luogo caldo dove dormire. Senzatetto italiani o stranieri che rischierebbero di morire assiderati o di ammalarsi a causa delle rigide temperature invernali.
Nel corso di circa due ore, dalle ore 17 alle 19 circa, oltre un centinaio di persone hanno partecipato al presidio, tranquillo e deciso.
Il centro per l’emergenza freddo verrà aperto in via Comini, qualche centinaio di metri dopo ponte Resia, in zona industriale, lontano da abitazioni e condomini.
I fascisti di CasaPound hanno organizzato un presidio, con la trovata pubblicitaria di “fare le barricate” contro tale spazio destinato alla parte più povera della città; il tutto condito da una serie di menzogne e falsità che farebbero venire i brividi anche a George Orwell. Essendo un movimento che trae consensi in particolare puntando sulla paura delle persone e strumentalizzando regolarmente ogni fatto di cronaca che vede come protagonisti uomini o donne immigrate, per giustificare tale pagliacciata hanno dovuto per l’ennesima volta rovesciare e distorcere la realtà, affiggendo uno striscione di questo tipo:
L’ennesima occasione utilizzata da questi sciacalli per diffondere paura e fomentare odio verso gli immigrati.
La storia lo insegna, nessuno come i fascisti è abile nell’inventare utili diversivi ai padroni di turno. In un momento storico segnato da una fase di riorganizzazione del capitalismo, in cui i proletari sono stati colpiti duramente, i fascisti di CasaPound cercano di indirizzare le tensioni sociali verso la parte più debole della società: senzatetto, immigrati, richiedenti asilo, omosessuali, zingari, venditori ambulanti.
Ogni giorno, attraverso un uso compulsivo dei social network e la creazione di centinaia di pagine da cui diffondere false notizie, la Lega e altri movimenti fascisti come CasaPound riescono a trasformare l’immigrazione in una crisi emergenziale costante, criminalizzando i lavoratori immigrati e demonizzando la condizione stessa di essere straniero. Un lavoro sporco che però sta producendo risultati concreti a livello di consenso, a Bolzano, in Italia ed in Europa, senza dimenticare Trump negli Stati Uniti.
A Bolzano in particolare, nei quartieri popolari non si può sottovalutare il consenso che viene riscosso da tali cialtroni. Sebbene l’Alto Adige sia una delle province più ricche d’Italia e d’Europa, dove non vi è disoccupazione ed i servizi sono in gran parte efficienti e funzionali, la destra locale, nelle sue versioni più o meno becere, è riuscita ad affermare una narrazione tossica da cui Bolzano traspare come una città trascurata, pericolosa, povera, piena di immigrati che rubano, stuprano, uccidono.
La realtà dice ben altro, le donne uccise e maltrattate in provincia nell’ultimo anno sono state vittima dei propri mariti e partner, così come il cosiddetto degrado è spesso il risultato di esagerazioni e invenzioni per fare un post su Facebook e raccattare qualche like.
Emblematico è il caso dei senzatetto di Piazza Vittoria: da mesi CasaPound, Lega, ma anche Fratelli d’Italia e Michaela Biancofiore passano per quel parco cercando una foto scandalosa da scattare con il proprio smartphone. Se qualche mese fa venne ripresa la grottesca scena in cui l’ammiratore delle SS naziste francesi Bonazza redarguiva i barboni seduti sulle panchine, negli ultimi mesi il leghista Filippo Maturi e compagnia si sono messi a fare foto a questa povera gente che faceva i propri bisogni sugli alberi o che utilizzava la fontana per lavarsi i vestiti.
In ogni caso si tratta evidentemente di un finto problema, che è stato trasformato da questi mascalzoni in una cartina tornasole della propria attività politica: più foto fai ai barboni che pisciano sugli alberi, più sei attivo e “ti batti per i cittadini”.
Le falsità vendute a buon mercato durante il presidio di CasaPound di mercoledì 26 settembre sono state solo le ultime di una lunga serie, vomitate sui cittadini dei quartieri popolari. Occorre anche domandarsi come sia stato possibile che dei fascisti siano riusciti a fare breccia in parti non trascurabili della città; dare una risposta non è difficile. Se per certi aspetti la sinistra istituzionale è in gran parte scomparsa, i temi che negli ultimi anni hanno dominato il discorso pubblico, o meglio che sono stati imposti, sono stati l’immigrazione, la sicurezza e il degrado. Temi complessi, pieni di sfaccettature che meritano studio, comprensione e approfondimento. Ed è qui che si è consumata la frattura: fascisti e razzisti di tutte le risme hanno trasformato l’immigrazione, la fuga di uomini e donne da guerre e povertà, in un emergenza costante, associandola a paura, delinquenza, terrorismo, islamofobia, spesso senza argomenti o con evidenti falsità, ma certe idiozie sono comunque passate, ed hanno formato un senso comune costituito da pregiudizi, notizie senza fondamento e bufale da social network. Oltre a questa propaganda velenosa, attraverso una capillare presenza sui social ed un attivismo finalizzato alla presenza mediatica (vedi foto fatte durante pulizie giardini oppure foto con il consigliere di circoscrizione Michael Sini a caccia di ratti) CasaPound ha saputo accreditarsi fra diversi cittadini, come una presenza riconosciuta. Questo è stato possibile soprattutto per la quasi totale assenza di ogni altra forza sociale e politica e mai come in questo periodo le incertezze e le insicurezze di molte persone possono essere manipolate da questi squadristi nemmeno troppo mascherati.
Stiamo vivendo un’ondata reazionaria senza precedenti negli ultimi decenni. Dobbiamo prendere il nostro posto fra gli sfruttati, fra gli emarginati ed i discriminati. Dobbiamo stare insieme ai lavoratori ed ai disoccupati di ogni nazionalità, disinnescare la guerra fra i poveri nella quale questi servi di CasaPound vorrebbero farci precipitare. Ieri come oggi la solidarietà di classe è l’unica risposta possibile a chi vorrebbe dividere i lavoratori italiani dai lavoratori stranieri, gli immigrati buoni da quelli cattivi, etc. Un percorso difficile e faticoso ma è l’unico possibile.
Alla paura dobbiamo sostituire la solidarietà, al rancore verso gli immigrati dobbiamo sotituire la rabbia verso chi sfrutta e specula sui poveri. Al rancore verso i profughi e richiedenti asilo dobbiamo sostituire la rabbia verso chi promuove e finanzia le guerre.
Il presidio antirazzista di mercoledì è quindi solo una minima e insufficiente risposta ad un clima che, a Bolzano come nel resto d’Italia, vede sempre più i poveri, i marginali e gli immigrati messi nel mirino delle forze politiche reazionarie.
Un momento di discussione in cui, per l’ennesima volta, c’è stata una grande risposta antifascista e antirazzista in termini di partecipazione popolare, anche da parte del quartiere Don Bosco, da dove molti manifestanti sono venuti. Ma questo non basta, occorre trasformare l’indignazione e la rabbia in azione, ognuno secondo le proprie sensibilità e tendenze, dobbiamo togliere terreno sotto i piedi a chi vive su odio verso i poveri e immigrati.
Sappiamo bene che una presenza politica nettamente contraria alla propaganda nazifascista di CasaPound viene e verrà contrastata, anche con la violenza fisica, con le minacce, con gli agguati, pratiche che non hanno mai abbandonato.
Se da una parte cercano di entrare nelle istituzioni, a volte riuscendoci, dall’altro lato continuano la propria attività squadrista, anche a Bolzano, attraverso minacce, intimidazioni, tentativi di aggressioni nei confronti dei compagni più esposti e coraggiosi. Ma la loro aggressività e violenza verbale non manca nemmeno nei luoghi istituzionali, come a Bolzano.
Inoltre le cronache degli ultimi anni a Bolzano come nel resto d’Italia, ci raccontano di decine di gravi aggressioni compiute da militanti di CasaPound ai danni di persone di sinistra o generici antifascisti.
Cosa fare?
Organizziamoci, conosciamoci, costruiamo reti, nei condomini, nei quartieri, nelle città, prendiamo in mano in prima persona i problemi quotidiani rifiutando la delega che tanto sta favorendo gli sciacalli razzisti di CasaPound. Prendiamoci le nostre responsabilità, perchè non verrà nessuno dall’alto a risolvere la situazione.
Torniamo nei luoghi di studio e intensifichiamo la presenza nelle scuole, nei luoghi di lavoro e di marginalità, scriviamo testi e volantini (volantinoPAURA_bolzano), trasformiamo la solidarietà umana in lotta sociale e politica; non possiamo stupirci della diffusione del cancro fascista se non sapremo essere una presenza costante in questi luoghi.
La situazione non è certo semplice, ma trasformare la situazione è possibile, dipende da noi, dalla nostra intelligenza, dalla nostra capacità di intervenire nelle lotte e nei conflitti, dalla nostra determinazione.
un pugno di compagni/e